Manifesto d'intenti

Il Centro Studi Utopia si propone di consolidare l’attività di ricerca e di riflessione critica in relazione all’idea dell’Utopia, declinato sia sotto il profilo della storia concettuale che per quanto riguarda le sue manifestazioni storico-politiche. L’idea è nata in margine ad alcuni seminari di studio relativi all’Utopia nell’età moderna, ed è finalizzata a costituire uno specifico e strutturato spazio di riflessione e confronto storico, storiografico e storico-filosofico sul tema storico-politico dell’utopia in età moderna e contemporanea.

  Base della ricerca

Come è noto, e al di là di possibili riferimenti e archetipi precedenti, il termine utopia, coniato da Thomas More (1478-1535), presenta fin dalla sua prima apparizione un carattere ambiguo e polisemico: si tratta infatti del nome della immaginaria isola, di cui More offre una descrizione dettagliata nel suo omonimo libretto del 1516, ma questo nome può valere sia come contrazione di eu- topos, cioè luogo del bene/della felicità, che come contrazione di ou-topos, ossia luogo che non esiste da nessuna parte. More nella sua opera giocava volutamente su questa ambiguità, per far capire che il viaggio al di là dei mari del marinaio- filosofo Raffaele Itlodeo era un viaggio immaginario: la Città felice, la comunità politica perfetta, non esisteva in nessun luogo. Sulla base di questo testo paradigmatico, utopia diviene poi rapidamente un termine generico per indicare ogni descrizione di città, isole, Stati più o meno immaginari e lontani nello spazio (e più tardi anche nel tempo) dotati di caratteristiche tali da farli essere comunità politiche e sociali perfette. Le comunità ideali di tipo utopistico hanno in genere due caratteristiche: da un lato, esse sono generalmente presentate come società del tutto diverse, altre, collocate in uno spazio-tempo immaginario, rispetto alla realtà storico-sociale esistente, alle sue istituzioni, riti, simboli, sistemi di valori, leggi, etc., e in questo senso, nella misura in cui paesi e popoli immaginari descritti come felici, in grado di vivere una vita “perfetta”, presentano istituzioni che differiscono, più o meno radicalmente, da quelle delle società storiche reali, essi indirettamente costituiscono una critica, una contestazione, rispetto a queste ultime. Dall’altro lato, il paradigma utopistico inaugurato da More genera spesso rappresentazioni di comunità ideali per così dire “auto-centrate”, che non fanno riferimento ad alcuna realtà “trascendente”, e che si fondano sul libero consenso degli individui: «al centro dell'immaginario utopistico si ritrova l'uomo che per sua natura è capace di determinarsi moralmente e socialmente, di costruire un mondo migliore, più umano» (Baczko), vivendo secondo natura e/o secondo ragione. Il pensiero utopico appare come una componente significativa della riflessione politica e religiosa dell’Età moderna, specie quando esso si mostri in linea rispetto ad aspettative e bisogni concreti delle società del tempo. Nella fattispecie, i promotori del centro studi “Utopia” sono interessati ad indagare gli aspetti storico-politici dell’utopia a partire dal Cinquecento (da More ed Erasmo, ai modelli radicali di società/comunità di “santi”), passando poi ad esperienze secentesche in qualche modo eredi dell’utopismo religioso cinquecentesco (Andreae, De Dominis, Campanella, movimenti quali i Collegianti dei Paesi Bassi, o i Pelagini dell’area veneto- lombarda), e infine la trasformazione delle attese di rinnovamento della società cristiana della prima Età Moderna in modelli di latitudinarismo etico-teologico, di universalismo laico e infine di ateismo naturale, che si affermano soprattutto nel secolo XVIII (Rousseau, D’Holbach) rielaborando e spesso entrando in conflitto con esperienze intellettuali precedenti (quella di Bayle o di Hume, per esempio, ma anche la tradizione del pensiero libertino e deista). Da un punto di vista puramente concettuale, ci pare che la direttrice essenziale di questo percorso sia rappresentata dalle metamorfosi del razionalismo (anche teologico) tra Cinque e Settecento (con l’elaborazione di riflessioni relative alla religione naturale), dall’emergere di un nuovo tipo di sacralità (con le connesse dinamiche della c.d. “diaspora del sacro”), e dall’intreccio, specie a partire dal Seicento, tra religione “ragionevole” e progressiva e sempre più decisa secolarizzazione delle convinzioni e dei costumi nell’Europa della avanzata età moderna.

  Metodo

Il centro studi Utopia intende porsi come aggregazione tra studiosi, accademicamente strutturati e non, che intendono sperimentare e verificare le effettive potenzialità di iniziative comuni riguardo allo studio dei temi indicati, in una prospettiva multidisciplinare e interdisciplinare, e in particolare all’intersezione tra il versante storico-politico, quello storico-religioso e quello della storia della filosofia politica, ma aperto anche a contaminazioni con settori e tradizioni di studio differenti. In questo senso, l’iniziativa è promossa e trova la sua prima collocazione entro il dipartimento SPGI, che si intende qualificare come un punto di riferimento per gli studi sul tema storico-politico dell’Utopia in età moderna e contemporanea, ma è aperto all’apporto di studiosi esterni interessati alle linee di ricerca del centro studi stesso.

  Obiettivi specifici e attività

Il Centro Studi valuterà l’opportunità di pubblicare gli esiti delle ricerche, degli studi e delle iniziative promossi, presso riviste scientifiche o collane editoriali italiane e straniere. A questo scopo, luoghi privilegiati saranno riviste e collane in cui i ricercatori aderenti sono coinvolti quali direttori o componenti dei rispettivi comitati editoriali. A chiarimento di quanto detto, si segnala il fatto che i promotori hanno da tempo iniziato a riflettere e a discutere pubblicamente le tematiche oggetto dell’attività del costituendo centro. In particolare, una prima iniziativa si è tenuta a Padova con le giornate di studio "Comunità e utopia. Chiese, missioni, movimenti religiosi (secoli XVI-XVIII)" (Padova, Dipartimento SPGI, 08-09 novembre 2018), i cui atti sono usciti nel volume Utopie e comunità religiose tra età moderna e contemporanea, a cura di G. Mongini, Dell’Orso, Alessandria 2021, e una seconda, ancora a Padova, con la giornata di studio “Utopia e religione. Figure, temi, percorsi” (seminario on-line, 12 marzo 2021), i cui atti sono usciti nel volume Utopia e religione. Figure, temi, percorsi, a cura di I. Gaddo e G. Mongini, sempre per i tipi di Dell’Orso, Alessandria 2021.